





Ed è in Italia il primo trapianto di una mano bionica sensibile al tatto. Sarà trapiantata a Roma entro il 2013, come annunciato dal ricercatore italiano dell'Ecole Polytechnique Federale di Losanna Silvestro Micera. Oltre il 50% delle persone amputate non usa regolarmente la protesi, per via dell'aspetto e soprattutto della scarsa funzionalità. Proprio per superare questi punti deboli è nata la ricerca su questa protesi biotech che permetterà di sentire ciò che si sta toccando.
Il primo paziente dovrebbe essere un ragazzo di 20 anni che ha perso la mano in un incidente.
La mano bionica sarà connessa direttamente al sistema nervoso del paziente con degli elettrodi collegati a due dei nervi principali del braccio, il mediano e l'ulnare, e oltre ad essere controllata con il pensiero dovrebbe inviare, tramite sensori sulla superficie, anche i segnali relativi al tatto. E' l'unica protesi in grado di ‘mandare indietro’ dei segnali elettrici che danno a chi la ‘indossa’ il senso del tatto.
Fornisce un flusso veloce e bidirezionale di informazioni tra il sistema nervoso e la protesi migliorandone la funzionalità.
La sensibilità tattile epicritica permette di apprezzare con il tatto la durezza, la forma e le caratteristiche della superficie di un oggetto. Le fibre nervose che costituiscono la via epicritica sono sensibili al dolore e alle temperature comprese tra i 45 e i 55 gradi. Uno dei pazienti, Pierpaolo Petruzziello, 26 anni, è riuscito grazie al dispositivo a muovere le dita, fare un pugno, tenere oggetti come una bottiglia di acqua, ed è stato in grado inoltre di sentire gli aghi conficcarsi nella propria pelle.
Il prossimo obiettivo per il dott. Micera e il suo team sarà quello di sviluppare un modello con elettrodi che si trovano sotto la pelle, piuttosto che su di esso, che le consentano di restare sul braccio in modo permanente. Il modello attuale, che si basa su fili che viaggiano attraverso la pelle, può essere mantenuto per massimo un mese prima di essere rimosso.
La nuova protesi prevede sensori su tutti i polpastrelli, compreso il pollice, il palmo e il polso. Rispetto alla protesi impiantata nel 2009 si è provveduto a migliorare l'interfaccia, in modo da avere movimenti più dettagliati e un maggiore controllo della mano.
Il paziente dovrà indossare la mano per un mese per verificare se riesce ad adattarsi facilmente a questa nuova protesi.
La ricerca sulle protesi intelligenti ha ancora degli scogli da superare. Uno dei problemi da chiarire è se i pazienti siano in grado di tollerare l'arto biotech per tutto il tempo, o avranno bisogno di rimuoverlo periodicamente per 'riposarsi'. Un altro problema è come nascondere il cablaggio sotto la pelle, per rendere il tutto meno evidente e regalare alla protesi un aspetto più naturale. Gli elettrodi del prototipo da montare saranno inseriti attraverso la pelle, cercando di migliorare la struttura mediante un cablaggio sottocutaneo. Uno dei requisiti su cui maggiormente si sta lavorando è la percezione.
Mano bionica sensibile al tatto